Karl Johans Gate
Lo scorso 17 maggio eravamo in giro per i festeggiamenti del
“Syttende mai” (17 maggio in norvegese) la
festa nazionale norvegese. È stata una festa come sempre molto suggestiva, con molti norvegesi in abito tradizionale.
Abbiamo fatto una passeggiata con i bimbi per il centro, scattando qualche fotografia. Verso le 11 e 30 abbiamo iniziato ad incamminarci verso la destinazione scelta per il pranzo, Artepazza, una pizzeria italiana.
L’orario di apertura è in genere mezzogiorno. I bimbi ormai per il pranzo si sono sintonizzati sull’orario norvegese (11:30), quindi abbiamo avuto cura di trovarci la’ alle 12 in punto, per scoprire che l’apertura quel giorno era alle 12:30. Dopo un po’ di giretti, alle 12:35 era ancora chiuso, e avevamo perso la speranza, visto che all’interno della pizzeria non sembrava esserci nessuno. Mentre eravamo già sulla via del ritorno, la porta improvvisamente si è aperta. I bimbi erano super affamati e stanchi.
Parentesi sulla pizza
La pizza marinara di Artepazza
Mezz’ora dopo stavamo mangiando la nostra (buona, finalmente) pizza. A Oslo è praticamente impossibile mangiare una pizza decente, tranne che in (almeno) questi 4 posti:
Questi sono i posti su cui c’è un consenso più o meno generale sul fatto che facciano una decente pizza italiana, anche se noi non siamo ancora mai stati da Mimmo.
Torniamo al dunque
Finita la pizza, ci concediamo un dolcino e finalmente il primo limoncello da quando siamo a Oslo. Fantastico. Conosciamo quindi Renzo, il proprietario del ristorante, molto gentile. Facciamo due chiacchiere, e scopriamo che lui è qui a Oslo da circa 10 anni.
Mentre parliamo così un po’ del più e del meno, i bimbi corrono in giro per il locale. Ad un certo punto, si sente una botta. Andrea è caduto. Quando si rialza, sanguina copiosamente dal sopracciglio destro. Cerchiamo qualche fazzoletto, ma il taglio è profondo e sanguina troppo.
In quel momento, ci prende un po’ il panico, poi Renzo si offre di accompagnarci con la sua auto al Legevakten (letteralmente, “la guardia medica”), il pronto soccorso. In una decina di minuti siamo lì. Andrea ovviamente piange e si agita. Cerco di calmarlo.
Al pronto soccorso
Nel frattempo la ferita ha smesso di sanguinare. Prendiamo il numero e aspettiamo una decina di minuti. Spieghiamo il problema all’accettazione e aspettiamo ancora. Dopo circa mezz’ora passata a distrarre Andrea in qualsiasi modo possibile, entriamo.
E’ una stanza attrezzata con un lettino operatorio. Dopo qualche minuto entra il dottore. Ci spiegano che servono almeno tre punti. Capiscono che Andrea è un torello e non se ne starà tranquillo a farsi cucire. Il dottore fa preparare una siringa con calmante e anestetico. Mi dicono che probabilmente Andrea dormirà o darà segni di ubriachezza :)
Nel frattempo Andrea ha fatto la cacca. Pit stop improvvisato e l’ infermiera gli fa l’iniezione. Ci dice di stare tranquilli per una decina di minuti, che poi arriverà il dottore.
Mentre siamo da soli, Andrea si ribella violentemente. Vuole scendere dal lettino. Lo tengo in braccio per paura che, essendo un po’ stordito dai tranquillanti, cada a terra. Lui si dimena con forza. Mi dice che vuole scendere. Con timore, lo faccio scendere. Appena due passi, barcolla come ubriaco e cade a terra.
È stato uno dei momenti più orribili da quando sono papà. L’ho visto cadere ma non ho capito se ha sbattuto la testa, mi dava le spalle. Mi butto verso di lui per vedere la ferita. Forse non ha battuto lì, ma sanguina ancora più abbondantemente. Siamo soli. Le infermiere non arriveranno prima di 10 minuti. Cerco di calmarlo ma Andrea è spaventato, agitatissimo e urla. Il sangue gli copre metà della faccia, e gli va anche nell’occhio…
Cerco un pulsante di segnalazione. Vedo un bottone rosso. Lo schiaccio. Dopo un paio di minuti in cui ho tamponato la ferita con circa 800 fazzoletti di carta, arriva un’altra infermiera. Mugugna qualcosa, guarda la ferita e va via. Finalmente, dopo ancora qualche momento, i calmanti addormentano Andrea.
I punti
Mentre ancora dorme, il dottore prova a toccarlo. Si sveglia e urla immediatamente. Allora io e l’infermiera lo teniamo fermo, e il dottore gli sutura la ferita. Io gli sono di fronte. Mi guarda inferocito e sempre più spaventato. Tutti i miei tentativi di calmarlo sono ovviamente inutili.
Finiti i punti, pulito tutto, messo il cerottone, e siamo di nuovo da soli. Lo guardo. L’occhio è gonfio. Mi hanno avvisato che diventerà più gonfio e blu. E’ tutto normale. Cerchiamo di calmarci e rilassarci tutti e due. Andrea è ancora sotto l’effetto dei tranquillanti, e più tardi dormirà profondamente.
Non riesce a camminare. Tengo lui su un braccio, una busta con qualche cosa dentro nell’altro, ed esco. Chiamo un taxi. Saliamo. Qualche minuto e Andrea dorme di nuovo. Arriviamo a casa finalmente. Lo sdraio sul suo letto. Dormirà fino alle 8 di sera. Cena e poi ancora una dormitona fino alla mattina successiva.
Quel giorno, il Re Harald e la Regina Sofia sono venuti a visitare proprio il nostro quartiere, a 50 metri dal nostro appartamento, e mentre loro passavano, con fanfare, bande scolastiche, ecc… Andrea dormiva poverino nel suo letto, stremato dalla brutta esperienza e dai tranquillanti… poverino.
Come è andata a finire…
Una settimana dopo siamo andati dal nostro dottore a togliere finalmente i punti. Anche li’ è stata un po’ sofferta, ma niente al confronto. E siccome è stato così bravo, si è meritato una fantastica ruspa nel suo negozio spacciatore di giocattoli preferito :)
Dobbiamo ancora appendere in camera sua il diploma del Legevakten, che immagino diano a tutti i bambini. Sul suo c’è scritto che “Andrea var flink på Legevakten”. “Andrea è stato molto bravo al pronto soccorso, 17-Maggio-2010”.