Cosa fare in Norvegia se…



… vi nasce una bambina a Oslo.

Bisogna distinguere pero’ tra immigrati clandestini, immigrati regolari UE, immigrati regolari extra UE e norvegesi. Facciamo per semplicità solo il caso degli immigrati regolari UE :)

Prima di tutto, si deve sceglie tra parto assistito in casa oppure parto in ospedale. In Norvegia è possibile, su richiesta, avere un’ostetrica che assista al parto in casa propria. L’alternativa più comune ovviamente è il parto in ospedale.

In questo caso, ricordate di prenotare il posto in ospedale!! E con largo anticipo! Nel nostro caso, inizio dicembre 2007 è stato sufficiente per il parto a fine aprile. La disponibilità di posti dipende anche dal reparto in cui si sceglie di partorire.

I due ospedali più grandi ad Oslo sono il Rikshospitalet e l’Ullevål Sykehus. All’interno dell’ospedale di Ullevål c’è l’ ABC, un reparto speciale in cui si segue un metodo di parto naturale, a bassa medicalizzazione, che non prevede la somministrazione di antidolorifici e/o anestesia epidurale. ABC è dov’è nata Giulia.

Il posto in ospedale ovviamente si trova, magari un ospedale fuori Oslo, pero’ si trova comunque. :-)

La parte facile è partorire. Dopodiché i passi da seguire sono, nell’ordine:

  • Rilassarsi. Siamo in Norvegia, dopotutto. Relax.
  • Aspettare. Sì, l’ anagrafe norvegese (Folkeregisteret) vi spedirà a casa il documento di registrazione della nuova bimba e il suo numero identificativo personale, il fødselsnummer.
  • Ricordare anche che la bambina nata da genitori italiani non sarà cittadina norvegese.
  • A questo punto la bambina non ha ancora un nome ufficiale per lo stato norvegese. Verrà inviata a casa anche la lettera per l’ attribuzione del nome, ovvero navnevalg. Quando questa arriva, compilarla (il “mellomnavm” è il nome “di mezzo”, quindi il nostro sccondo nome) e spedirla.
  • Attendere altre 2/3 settimane.
  • Arriverà a questo punto un’altra lettera in cui finalmente c’è il Fødselsattest, ovvero il certificato di nascita, in cui è scritto il nome scelto per la bambina.
  • Con il Fødselattest, andare al Fylkesmann, ovvero Oslo County office, ovvero il municipio, o ufficio comunale, chiedendo del timbro “Apostille”.
    Senza questo fantastico timbro, il certificato di nascita rappresenta principalmente carta straccia per l’Italia.
  • Con il Fødselattest “apostillato” in mano, andare all’Ambasciata Italiana, in Inkognitogata 7, e richiedere la traduzione del suddetto certificato in italiano. Pagando la modica cifra di 66 corone.
  • Inviare il Fødselattest e la sua brava traduzione al Comune italiano di residenza per la trascrizione nell’anagrafe italiana.

In tutto questo processo, l’attesa, come nel nostro caso, puo’ prolungarsi anche a due mesi. Diciamo eliminando i tempi morti 1 mese e mezzo… L’unico esborso è stato la traduzione all’ambasciata italiana e il posto letto per papà durante la “vacanza” all’ABC. Per il resto, lo stato norvegese ha provveduto a tutto, compresi i contributi economici per Giulia e Andrea.

Per Andrea anche in maniera retroattiva, dal momento dell’ingresso in Norvegia.

Comments

  1. Mi associo ai complimenti per la chiarezza di esposizione dell’argomento, trattato in modo conciso ma allo stesso tempo in maniera completa, dedicando ad ogni passo del tema in traccia, il dovuto spazio che viene argomentato ed esplicato con proprietà di linguaggio e termini appropriati senza per questo perdere di incisività non lasciando spazio alle ripetizioni del qual cosa nel giudizio si è tenuto debito conto, per questo l’alunno ha meritato 9+ (questo basterà per venire in vacanza dai nonni?)…

    Reply

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *