Black-out temporaneo di Internet

Il nostro beneamato benefattore Tarjei ha deciso di tagliarci la connessione, non so perché, forse si è accorto che sbafavamo da 2 mesi, forse si è trasferito, forse si cominciava a chiedere come mai invece che a 800 Kb/sec ultimamente la connessione viaggiava a 500.

Comunque, per ora siamo fuori da internet…
Questo post lo sto scrivendo grazie ad un altro anonimo benefattore che ha lasciato la rete di default a “Netgear”. Complimenti e grazie.

Per non essere proprio italiano fino in fondo, ho provveduto ad ordinare finalmente il mio abbonamento a internet alla modica cifra di circa 50 € al mese, una modesta linea a 6,5 Mbit.

Per ora, e finché non me la attivano, ciao!

Un pezzo d’Italia a Oslo

Ormai sono a Oslo da circa 4 mesi, e a parte il Sultan, il fantastico ma losco negozio a Grünerløkka, non avevo trovato nessun altro che avesse alcuni prodotti, come dire, “evocativi”.

Oggi l’abbiamo trovato, ce l’abbiamo giusto sotto casa. In effetti era un po’ che dovevamo andare a vederlo. Qualche volta era chiuso, qualche altra chissà, ma oggi siamo entrati.

Ci siamo un po’ guardati in giro, e molte etichette avevano un aspetto stranamente familiare. “Prosciutto Toscano”, “Napoli piccante”, “Olive taggiasche”, “Cantuccini ghiottini”, “Pecorino sardo”, “Parmesan”… Devo continuare?

Abbiamo parlato un po’ con la proprietaria del negozio. In effetti qualche sospetto che fossimo italiani gli era venuto sentendo alcune forbite esclamazioni tipo: “Ma va!!”, “Figata!”, “C’hanno anche il toscano!!!”.

Insomma la signora l’anno scorso è stata ad Alba. Mica male, a me che non conosco Alba mi viene in mente subito vino, cioccolata e tartufi. “Oh, but why you came here in Norway??? Why???”, secondo lei dovevamo restare in Italia, non ha senso venire qui in Norvegia. Per cosa, per il “weather”? Spiritosa!

Comunque, dopo essere stata in Italia, se n’è innamorata ed ha aperto un negozio con prodotti diciamo di fascia “medio-alta” italiani e qualcosa di spagnolo e francese.
Ci ha fatto assaggiare il prosciutto valdostano, che secondo lei è il migliore, e poi ci siamo subito fatti un paio di etti di prosciutto toscano e un pezzetto di pancetta che cadrà immediatamente vittima di una carbonara d’assalto.

Un chilo di prosciutto crudo toscano sono 600 NOK. Giusto per gradire.
Cosa non si fa per l’Italia… :-)

Visto che… raccolta differenziata

Visto che qualche anonimo ha accennato alla raccolta differenziata, vi accontento.

Qui la r.d. è decisamente più rilassata che in Italia. I norvegesi ad esempio non hanno i sacchetti della plastica. C’è l’umido e la carta, almeno nella raccolta diffusa nelle case. Poi magari nei centri commerciali, o all’Ikea trovi anche gli scomparti per la plastica, l’alluminio, il vetro, …

Dentro i supermercati invece spesso si trova una macchinetta automatica che ritira bottigliette di vetro, lattine, bottiglie di plastica e cose così, pero’ non devono essere troppo grandi, se no te le riporti a casa. Oppure le getti nei cassonetti o nei sacchi predisposti vicino a questa macchina ritira-rifiuti.

La simpatia sta nel fatto che la macchina prende i rifiuti e ritorna in cambio dei soldi, tipo una corona per “oggetto” riciclato. Alla fine rilascia uno scontrino di carta con cui si puo’ avere uno sconto sulla spesa.

Bisogna colpire il portafoglio, se no… :-)

Blodprøve

Oggi siamo ritornati all’ospedale di Ullevål per un prelievo del sangue per Tamara. A parte che ormai fa sempre più fatica a camminare, è andato tutto bene. Tra l’altro, per arrivare all’ospedale si prende la T-bane fino a Forskningsparken (lo so anche pronunciare), poi la 17 o la 18 del Trykken, cioè del tram.

(È bellissimo vedere come i norvegesi promuovono l’utilizzo dei mezzi pubblici, che l’ho già detto, costano parecchio. Mettono dei poster o dei cartelloni in giro per la città e nei tram stessi. Di solito questi poster prendono in giro allegramente le automobili, diciamo che le sbeffeggiano, e dipingono il tram come un pupazzetto o come un giocattolo, amico dei bambini…)

Arrivati la’, tutti infagottati, con il passeggino e Andrea, abbiamo preso il bigliettino col numero 92. Il cartellone diceva 90. Il 91 è passato nell’indifferenza generale e siamo entrati.

Tamara si è seduta con l’infermiera, io ho appeso la mia giacca, tirato fuori le carte, levato il giubbottino ad Andrea e rilegato Andrea sul passeggino. Appena mi sono girato, la ragazza ha detto: “Finished”.

Dio bono, come? Tutta ‘sta fatica con le giacche, gia’ tutto finito? Se me lo diceva, non ce le toglievamo nemmeno…

Comunque, a parte gli aspetti folcloristici e l’efficienza svizzera, il laboratorio dei prelievi è una stanza di circa sei metri per cinque, con due persone che ci lavorano e c’è un silenzio bellissimo. Da noi ci sono 5 stanzini dei prelievi e 4 code di gente che sgomita per entrare prima. Va be’, non credetemi. Neanch’io so perché.

Pero’ so che il primo mese da che sono qui dicevo: “Va be’, è un caso, tutto funziona perfettamente”. Poi due mesi, poi tre. Non puo’ essere sempre un caso fortunato, no?

Alla fine del prelievo ho chiesto timidamente, da italiano abituato tra l’altro al Friuli mica alla Calabria: “Saranno pronti i risultati per il 10 marzo?”. Due settimane di tempo… Mi ha guardato come se avessi chiesto se domani mattina il sole sarebbe sorto. “Of course!”. Ah ok. “E devo ritirarli quando?” “Ma va, sciocchino… :-) li mandiamo direttamente noi all’ostetrica che vi segue”.

Sciocchino…

Per la serie “Differenze tra Italia e Norvegia” – Seconda puntata

L’altro giorno siamo andati tutti insieme dal fornaio sotto casa.
Per la verità non è che abbiano questi miliardi di tipi di pane, giusto 3 o 4.
Nei supermercati, per intenderci, se ne trovano di solito molti di più.
Comunque, a Tamara è venuta voglia di un panozzo (da non confondere con panuozzo…) bello farcito.

Abbiamo chiesto alla commessa, e lei ha detto: “Scusate, mi lavo un attimo le mani…”.
Si è lavata le mani nel lavandino dietro il banco e poi si è messa a fare il panino. Non so voi, ma io in Italia questa cosa non l’ho mai vista. Anzi, ho visto cose che voi umani… porchette e caravaggi, monete unte e prosciutto, …

E comunque qui per esempio nei mercati la frutta non devi maneggiarla con l’assurdo guantino di plastica, generando quintalate di inutile rifiuto di plastica. Nessuno lo fa.
La frutta la tocco. E allora? Volete denunciarmi?

“Eh, ma che schifo, i tuoi batteri…”

Ma che per caso la frutta non la lavi prima di mangiartela?
Ti mangi anche l’etichetta e la colla?

“Eh, ma che schifo, è tutta toccata…”

Benissimo, non comprarti la frutta toccata. Comprati quella bella soda come piace a te. Ma guarda un po’…

Poi, vediamo, l’ho già detto che i piani sugli ascensori cominciano sempre con l’uno? Al massimo ho visto un piano “U”, ma niente zeri, ne’ meno uno.

Dovremmo fare un libro delle differenze Italia-Norvegia.
Dite la vostra.

Prima settimana a Oslo con la mia famiglia

Ebbene, già una settimana è passata, in tutta fretta, così.
Siccome Tamara, Andrea ed Ercole sono appena entrati in Norvegia, ci sono alcuni “obblighi” per legge ed alcune cose pratiche a cui devono sottoporsi. Tipo:

  • registrazione all’anagrafe entro 7 giorni dall’arrivo
  • per Ercole: punturina per l’echinococco entro 7 giorni dall’arrivo

Ercole l’abbiamo sistemato venerdì mattina. Povero, è stato bravissimo, pero’ era tutto tremante di paura. Ovviamente abbiamo pagato uno sproposito per una punturina da 10 secondi. Va be’.

Per Tamara e Andrea è un po’ piu’ difficile, visto che gli uffici statali sono aperti dalle 9 alle 15, quindi bisogna prendersi una mezza giornata.
Dobbiamo assolutamente andare questa settimana, magari lunedì, o martedì.

Martedì scorso invece avevamo già la visita prenotata all’ Ullevål Sykehus, l’ospedale di Ullevål. Per arrivarci, ci sono 5 minuti di metro, e poi 5 di tram. Più che una visita, è stata una chiacchierata, con una midwife, l’ostetrica, molto gentile.

Da notare che aveva già la cartellina pronta con tutti i dati di Tamara.
Ecco cosa scrive Tamara dell’esperienza:

«Io ho fatto ieri la prima visita in ospedale e devo dire che è più giusto chiamarlo “Hotel” (come lo chiamano anche loro del resto) perchè sono delle belle stanze singole, dove la futura mamma potrà stare con il nuovo nato per 2 giorni insieme a papà e in questo caso anche insieme al fratellino.

Gli esami che fanno qui sono molto più semplici, visto che fanno solo esami del sangue e urine e, se nei risultati qualcosa non va, allora si fanno altri esami per accertare il problema.

A me ieri hanno fatto l’anamnesi e come visita vera e propria hanno ascoltato il battito del bimbo con una specie di “orecchio” in legno e poi al papà hanno fatto sentire il battito con uno strumento che misurava anche i battiti al minuto (140… in ottima forma); poi hanno misurato la pancia con un metro e l’hanno toccata solo per sentire la posizione del bimbo.

Ovviamente qui tutto in inglese e devo dire che, nonostante i miei problemi con la lingua, non è andata male (anche se avevo il mio traduttore … Cosimo). La prossima visita (10 marzo) me l’hanno prenotata con un’ ostetrica (perchè qui funziona così) che parla un pò di italiano (grazie grazie… che fortuna) e solo per darmi una mano. A proposito di Hotel… per colazione, pranzo e cena c’è a disposizione il ristorante e se non ci potessi andare perchè magari sto allattando.. allora c’è la cucina a disposizione, con sala, Tv e giochi per bimbi.

Sembra un altro mondo…. e non è tutto, è tutto gratis!!»

Per quanto riguarda Andrea, si è ambientato decisamente bene. La sua nuova cameretta gli piace molto. Direi che anche tutti i suoi giochi nuovi gli piacciono. Non sono tanti, ma ultimamente papà gli ha comprato un super libro sui trattori con effetti sonori, e un libro illustrato dal titolo “Il mio primo libro di inglese”.
Ovviamente tutti e due in norvegese. I libri sono la sua seconda passione, dopo le ruote. Eccolo in azione su YouTube.

Sul fronte lavorativo, incredibile rivoluzione nel team di My Opera.
Ma ne parleremo magari più avanti.

Ercole devo dire che è stato bravissimo e in aeroporto non ci hanno fatto il minimo problema per lo sforo di 300 grammi.

Il sedativo che ho dato a Ercole però non ha fatto molto effetto, soprattutto in auto (che era quello che mi interessava di più) perchè ha pianto finchè non siamo arrivati a Venezia. Ma poi non si è più fatto sentire per tutto il viaggio, anche se arrivati a Bruxel, già stava esaurendo il suo effetto. Anche nella nuova casa, la prima notte non ci ha fatto dormire (poverino) ma poi è stato bravissimo; non ha fatto pipì in giro, non mi sveglia più di notte pnr mangiare, non si fa le unghie sul divano…

Io ho fatto ieri la prima visita in ospedale e devo dire che è più giusto chiamarlo “Hotel” (come lo chiamano anche loro del resto) perchè sono delle belle stanze singole, dove la futura mamma potrà stare con il nuovo nato per 2 giorni insieme a papà e in questo caso anche insieme al fratellino. Gli esami che fanno qui sono molto più semplici, visto che fanno solo esami del sangue e urine e, se nei risultati qualcosa non va, allora si fanno altri esami per accertare il problema. A me ieri hanno fatto l’anamnesi e come visita vera e propria hanno ascoltato il battito del bimbo con una specie di “orecchio” in legno e poi al papà hanno fatto sentire il battito con uno strumento che misurava anche i battiti al minuto (140… in ottima forma); poi hanno misurato la pancia con un metro e l’hanno toccata solo per sentire la posizione del bimbo.

Ovviamente qui tutto inglese e devo dire che, nonostante i miei problemi con la lingua, non è andata male (anche se avevo il mio traduttore … Cosimo). Pensa che la prossima visita (10 marzo) me l’hanno prenotata con un’ ostetrica (perchè qui funziona così) che parla un pò di italiano (grazie grazie… che fortuna) e solo per darmi una mano. A proposito di Hotel… per colazione, pranzo e cena c’è a disposizione il ristorante e se non ci potessi andare perchè magari sto allattando.. allora c’è la cucina a disposizione, con sala, Tv e giochi per bimbi.

Sembra un altro mondo…. e non è tutto, è tutto gratis!!

Oggi per la prima volta sono uscita a fare la spesa da sola con Andrea (tra l’altro il supermercato è sotto casa)… non ti dico le figuracce, la commessa alla cassa mi ha chiesto quante borse volevo (in Norvegese) e io come un baccalà con la bocca aperta per cercare di capire cosa mi avesse detto… :-)

Quante cose ci sarebbero da raccontare….

Devo dire comunque che qui è bello, è tranquillo, la gente è sempre sorridente, gentile, se ti vede in difficoltà è sempre pronta ad aiutarti anche se non glielo chiedi.

Certo che anche li si stà bene… forse torneremo per l’estate…. chi lo sà.

Intanto salutoni a tutti e un bacione al piccolino (per modo di dire… :-) che a quanto pare cresce bene). Mandaci qualche foto qualche volta…

Invece voi avete gli indirizzi per vedere le nostre foto, vero?! E anche del blog di Cosimo?!

Bacioni e … a presto … :-)

Ritrovato il vero e unico “Skrik”

Rivelazione clamorosa. È stato ritrovato il vero e autentico “Skrik”.
Sembra non sia neanche di Munch.

Ecco una delle prime fotografie digitali

Oslo Nasjonalgalleriet

Venerdì scorso siamo tornati tutti insieme, mamma, papà, Andrea ed Ercole qui ad Oslo. Sabato ci siamo riposati a dovere e oggi pomeriggio siamo andati a visitare la Nasjonalgalleriet, la galleria nazionale d’arte di Oslo.

Lì infatti è conservata una delle copie di “Skrik”, altresì detto “L’urlo” di Edvard Munch.

Da casa nostra sono 10 minuti di metropolitana, fermata Nationaltheatret. Arrivati sul posto ci siamo presi un bel caffettone e un muffin al cioccolato che Andrea si è spolpato in 2 minuti.

Andrea è stato bravissimo come sempre. Si è guardato tutti i quadri con curiosità. Poi dopo circa un’ora, era stanchissimo. Anche mamma era stanca di camminare, così siamo tornati a casa.

Non so quanto avremo visto della galleria, ma non molto. Eventualmente ci torneremo, tanto l’ingresso è gratuito. E anche il guardaroba. E anche le cassette di sicurezza per borse e quant’altro.

Comunque, giudizio critico: sì Munch ok, pero’ Skrik è un po’ sbiadito, forse bisogna vedere la versione che stava al Munchmuseet, quella famosa che è stata rubata e poi ritrovata danneggiata.

In ogni caso, tra i pittori norvegesi consiglio Adolph Tidemand e Hans Gude.

Se avete tempo libero, altre informazioni su Munch si trovano su Wikipedia, e su Sky & Telescope del dicembre 2003 c’è questo articolo che collegherebbe la genesi di Skrik all’eruzione del vulcano Krakatoa del 1893.

Lavoro, lavoro, …

Per chi fosse eventualmente interessato, sto iniziando a “bloggare” anche su argomenti un po’ più lavorativi, anche per prendere una certa confidenza con My Opera.

Anzi, mi raccomando iscrivetevi, cosi’ se ci sono problemi avete un canale preferenziale per comunicare. :-)

Per ora non c’è molto, comunque buona lettura!