Monnezzopoli

Gosizdat, arriviamo!
Non credo serva aggiungere nulla a quello che potrete leggere e vedere.
Con calma, non precipitatevi.

Video sulla situazione spazzatura in Campania, gennaio 2008.

http://youtube.com/watch?v=CDeLWeW-67A

Intervista a Walter Ganapini, “assessore tecnico” del comune di Napoli, 1 giugno 2008.

http://youtube.com/watch?v=syJzVR9uzzU&feature=related

Inchiesta sulla monnezza di Rai News 24, in due parti, 26 giugno 2008:

http://youtube.com/watch?v=LEQjyxFHNBQ

E infine, la perla, corredata da video-documentario, 16 luglio 2008:

L’articolo trionfale → http://www.tg5.mediaset.it/cronaca/articoli/2008/07/articolo7195.shtml
Il video → http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=tg5&data=2008/07/16&id=28370&categoria=servizio&from=tg5

Mi piacerebbe vedere cosa ne pensano alcuni giornalisti della stampa estera che qualche mese fa furono protagonisti dello “Spazzatour” alcuni mesi fa:

http://youtube.com/watch?v=CPbDwrWh49g

Riporto il suddetto articolo “perla” in versione integrale, casomai venisse rimosso. È veramente interessante. Immaginate musica celestiale in sottofondo.

Venerdì Silvio Berlusconi, a Napoli per la riunione del Consiglio dei Ministri, lo annuncerà ufficialmente. L’emergenza rifiuti è finita e la scommessa è vinta. La città è pulita. Le strade sono sgombre dalla spazzatura, l’arretrato smaltito. Il piano del sottosegretario Bertolaso sta dando risultati.
Riecco Napoli, finalmente: bella e possibile. E soprattutto pulita: il centro, le periferie, la collina, il lungomare. In tutta la città la situazione è normalizzata: le circa 1600 tonnellate giornaliere di immondizia prodotte vengono completamente smaltite. Le discariche di Savignano Irpino, Sant’Arcangelo Trimonte e Serre funzionano a pieno ritmo. Così come il sito di stoccaggio delle ecoballe a Giugliano. In provincia molti Comuni hanno avviato la raccolta differenziata e alcune cittadine hanno offerto a chi è ancora in sofferenza i compattatori per raccogliere quello che ancora non è stato tolto. Per l’autunno si attende l’apertura della discarica di Chiaiano e poi per l’ autosufficienza campana i termovalorizzatori. E un plauso all’operato del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso arriva anche da alcuni esponenti del Partito Democratico.

Tutti concordi, il miracolo è compiuto…

La storia delle cose

C’è un sito che parla della “storia delle cose”, “story of stuff”. Devo ancora vederlo tutto, ma sembra molto interessante.

C’è anche una versione italiana in tre parti.

Vergogna “al fano”

Oggi mi sfogo… :)

Blogger.com è stato inaccessibile per 3 giorni, quindi ora devo “sfogare” tutto quello che avrei dovuto in questi 3 giorni.

Ebbene, devo dire il mio sonoro “VERGOGNA” riguardo all’approvazione alla Camera dei Deputati del “Lodo Schifani Alfano”. Allora, prima di tutto, ‘sto “Lodo”. Per cortesia vogliamo cominciare a usare delle parole come Dio comanda? Cioe’ comprensibili alla gente?

“Lodo”.

Poi. “schi-fani-al-fano” o “al-fano-schi-fani”. Bisognerebbe provare ad anagrammare.

La “blocca-processi”. Altra bella pastoia. Ricordo di aver sentito un’intervista al magistrato Bruno Tinti, quello col farfallino variopinto. E lui in realtà spiegava come una norma del genere potrebbe davvero aiutare il sistema giudiziario italiano.

Lo “potrebbe” aiutare, se fosse diversa, cioè se facesse in modo di sospendere i processi tutt’ora in corso per i quali la prescrizione è praticamente inevitabile. Esistono alcuni processi in corso (spiegava lui) che è inutile portare avanti perchè inevitabilmente finiranno in prescrizione. Per questi processi, si potrebbe “gettare la spugna” contribuendo così ad alleviare il carico di lavoro.

Naturalmente, per chi come me non ha conoscenza della materia, è difficile formarsi un’opinione fondata. In ogni caso, questa “blocca processi” sa così tanto di ad-personam che è difficile farsene una ragione.

Perché poi “Lodo” e “blocca-processi” sono così urgenti?
Il petrolio a 150$ e il potere d’acquisto dei salari non sono abbastanza degni di attenzione?

Stendiamo poi un velo pietoso sulla scaletta dei principali telegiornali.

sospiro…

Per la serie: “cosa non va in Norvegia…” – n. 1

Non è facilissimo trovare cosa non va, comunque eccone una.
Appena arrivato qui, a novembre 2007, una delle prime faccende da sbrigare è stata aprire un conto in banca. La camera di commercio di Oslo mi ha indirizzato verso la DNB, a loro detta una delle migliori e più grandi.

Come avrei scoperto di lì a poco, è anche mediamente un po’ più costosa ed efficiente. Le banche qui in Norvegia sembrano abbastanza agguerrite nel voler strapparsi i clienti. Le più diffuse sono: DNB, Nordea, Scandibank, Sparebank e altre 2 o 3 che non ricordo. Che io sappia non si fagocitano tra di loro, per cui non c’è una Banca Intesa che in realtà è San Paolo che in realtà è CariFVG che in realtà è CRUP.

Le banche norvegesi che ho visto non hanno metal detector e comparti stagni all’ingresso. Fate conto di entrare in un’agenzia viaggi. Tanto ormai in banca non c’è nulla, i lingotti sono spariti da 100 anni. Le banconote da 20.

L’apertura del conto è rapidissima, hanno un angolo attrezzato con macchina digitale collegata al PC e ti fanno la carta di credito con foto e firma scannerizzata che vale come documento d’identità.

Nessun problema anche per l’online banking. Disponibile sia in norvegese che in inglese. È possibile attivare e disattivare le domiciliazioni bancarie da casa propria. Addirittura vengono automaticamente proposte quando si esegue un pagamento online verso un proprio fornitore, tipo internet o l’Hafslund (l’ENEL norvegese).

Pero’ stavamo parlando di quel che non va. Quel che non va è il servizio clienti.
L’ho contattato 3/4 volte per posta elettronica, e ogni santa volta mi chiedono numero personale, email (!), e indirizzo. Va be’, uno dice, è perche’ vogliono verificare esattamente chi sei. Ok.

Ma se poi ti scrivo nella mail che i pagamenti X e Y mi sono stati zappati via, e nella tua risposta mi chiedi quali pagamenti? Allora?
Oppure ti scrivo che mi erano già stati segati dei pagamenti prima della scadenza. Senza una notifica. Ricevo lettere di avviso per mancato pagamento. Reinserisco i pagamenti. Mi vengono zappati di nuovo… Chiedo il motivo e tu mi rispondi che devo rifarli di nuovo? Ma va a da’ via il ciap, va! Pirla! (cit.)

Quindi: cosa non va? Il customer service di DNBnor.

Per dirla tutta, altre volte, soprattutto per telefono, mi sono capitate davvero persone gentili e disponibili. Ora infatti chiamo sempre al telefono.

Too old for … xkcd

Andrea è un piccolo genio

Ormai sa disegnare, oggi ha fatto un disegno del sole. Uno scarabocchio spaziale, pero’ è bellissimo. E poi sa dire qualsiasi parola, anche la prima volta che la sente. Un bambino stupendo.

Sembra gli sia passata anche quella di girare le ruote del passeggino in continuazione. Ha sempre questa fissa per i giochi rotondi, ma almeno non passa più le ore concentrato solo su quello.

Papà gli racconta le favole, o delle storie vere, o anche inventate, quando è il momento della buonanotte e lui ha piacere di ascoltarle, si calma e poi, dopo un po’… si addormenta.

Sveglia…

Stamattina la mia sveglia non mi ha svegliato all’orario prestabilito.
Ha deciso di svegliarsi un po’ dopo… eccezionalmente…

Cosa fare in Norvegia se…

… vi nasce una bambina a Oslo.

Bisogna distinguere pero’ tra immigrati clandestini, immigrati regolari UE, immigrati regolari extra UE e norvegesi. Facciamo per semplicità solo il caso degli immigrati regolari UE :)

Prima di tutto, si deve sceglie tra parto assistito in casa oppure parto in ospedale. In Norvegia è possibile, su richiesta, avere un’ostetrica che assista al parto in casa propria. L’alternativa più comune ovviamente è il parto in ospedale.

In questo caso, ricordate di prenotare il posto in ospedale!! E con largo anticipo! Nel nostro caso, inizio dicembre 2007 è stato sufficiente per il parto a fine aprile. La disponibilità di posti dipende anche dal reparto in cui si sceglie di partorire.

I due ospedali più grandi ad Oslo sono il Rikshospitalet e l’Ullevål Sykehus. All’interno dell’ospedale di Ullevål c’è l’ ABC, un reparto speciale in cui si segue un metodo di parto naturale, a bassa medicalizzazione, che non prevede la somministrazione di antidolorifici e/o anestesia epidurale. ABC è dov’è nata Giulia.

Il posto in ospedale ovviamente si trova, magari un ospedale fuori Oslo, pero’ si trova comunque. :-)

La parte facile è partorire. Dopodiché i passi da seguire sono, nell’ordine:

  • Rilassarsi. Siamo in Norvegia, dopotutto. Relax.
  • Aspettare. Sì, l’ anagrafe norvegese (Folkeregisteret) vi spedirà a casa il documento di registrazione della nuova bimba e il suo numero identificativo personale, il fødselsnummer.
  • Ricordare anche che la bambina nata da genitori italiani non sarà cittadina norvegese.
  • A questo punto la bambina non ha ancora un nome ufficiale per lo stato norvegese. Verrà inviata a casa anche la lettera per l’ attribuzione del nome, ovvero navnevalg. Quando questa arriva, compilarla (il “mellomnavm” è il nome “di mezzo”, quindi il nostro sccondo nome) e spedirla.
  • Attendere altre 2/3 settimane.
  • Arriverà a questo punto un’altra lettera in cui finalmente c’è il Fødselsattest, ovvero il certificato di nascita, in cui è scritto il nome scelto per la bambina.
  • Con il Fødselattest, andare al Fylkesmann, ovvero Oslo County office, ovvero il municipio, o ufficio comunale, chiedendo del timbro “Apostille”.
    Senza questo fantastico timbro, il certificato di nascita rappresenta principalmente carta straccia per l’Italia.
  • Con il Fødselattest “apostillato” in mano, andare all’Ambasciata Italiana, in Inkognitogata 7, e richiedere la traduzione del suddetto certificato in italiano. Pagando la modica cifra di 66 corone.
  • Inviare il Fødselattest e la sua brava traduzione al Comune italiano di residenza per la trascrizione nell’anagrafe italiana.

In tutto questo processo, l’attesa, come nel nostro caso, puo’ prolungarsi anche a due mesi. Diciamo eliminando i tempi morti 1 mese e mezzo… L’unico esborso è stato la traduzione all’ambasciata italiana e il posto letto per papà durante la “vacanza” all’ABC. Per il resto, lo stato norvegese ha provveduto a tutto, compresi i contributi economici per Giulia e Andrea.

Per Andrea anche in maniera retroattiva, dal momento dell’ingresso in Norvegia.

Strano ma vero

Non capisco in base a cosa il mango mi sa di pepe, ma è così.
E non ho mai mangiato manghi così buoni come qui in Norvegia.
Sì, lo so, sembra impossibile. Ma è così.

Il manager e la carbonella

Tornando a casa oggi, ho visto qualcosa di un po’ particolare, che probabilmente si puo’ vedere soltanto qui in Scandinavia o paesi similmente pazzi.

Ero sulla metro, e ti vedo due manager, due tipi in giacca e cravatta, di quelli che guardandoli te li immagini a capo di multinazionali globalizzate, …

Questi parlavano norvegese, ma la cosa interessante è che si tenevano sotto braccio due begli esemplari di “Engångsgrill”, di cui ho già avuto modo di parlare in passato. Ecco la prova. Non dico palle.