Monnezza: chi la compra da chi?
Mi sono portato via il giornale, ripromettendomi di leggere con più calma e cercare qualche informazione in più. Stasera ho approfittato. Ecco i titoli degli articoli e blog post che ho trovato. Attenzione, perché è estremamente interessante.
- Napoli ancora nel caos da Terranews, che riporta: “Le aziende candidate a farsi carico della monnezza napoletana sono 17 … Poi c’è la Avfalshandel di Oslo che propone di portarla in impianti svedesi e norvegesi“.
- La Norvegia corteggia la monnezza di Napoli dal Corriere del Mezzogiorno, che dice: “Credo — spiega Giovanni Romano, assessore regionale all’ambiente — che chiuderemo presto l’accordo con le aziende norvegesi […] Circa duecentomila tonnellate l’anno di frazione secca al costo di 90 euro a tonnellata […] Sono anche interessati al tritovagliato umido”. 90 € a tonnellata. 0,09 € a chilo.
- Molte altre fonti, forum, blog e articoli, riportano la stessa notizia. Tutte queste fonti — tutte italiane — confermano che l’ “Avfalshandel” di Oslo è proprio intenzionata a comprare 200,000 tonnellate di monnezza all’anno, al costo di 90 &euro l’una. Totale: 18 milioni di euro l’anno.
- Come Aftenposten, diversi altri quotidiani norvegesi, tra cui Dagens Næringsliv (“Oslo vil kjøpe Napolis søppel”, Oslo vuole acquistare monnezza di Napoli), VG (stesso titolo di DN), e qualche blogger tipo questo (“A Norwegian delegation has been in Naples offering to buy 200 000 tons of the garbage filling Neapolitan streets at 90 € per ton ?.”) e quest’altro, che dice in sostanza: ma come? ce la stanno menando da un anno con la differenziata plastica, vetro, umido, secco, carta e cartone, e ora andiamo, traduzione letterale dal norvegese “Og nå skal vi begynne å kjøpe usortert dritt fra Napoli?!”, a comprarci la merda indifferenziata da Napoli?
Fantastico tutto, ma… non c’è qualcosa di vagamente strano in tutto questo? La Norvegia vuole comprarsi 200 mila tonnellate all’anno di monnezza, probabilmente indifferenziata, farle arrivare da Napoli via mare per bruciarle negli inceneritori di Oslo e generare elettricità e calore per teleriscaldamento? D’ accordo che hanno bisogno di tenere gli impianti a regime, ma 18 milioni di euro? Non è un po’ strano?
No, non è un po’ strano, è completamente fuori di testa. E anche falso! Tutte le notizie riportate da fonti italiane citano la “Avfalshandel” di Oslo, che purtroppo non esiste. Il vero nome è Avfallshandel AS, che è un’azienda di smaltimento rifiuti che lavora per conto dell’ agenzia di recupero dell’energia di Oslo (Energigjenvinningsetaten, EGS).
Sul sito dell’ EGS si trova, a data 28 Novembre, l’annuncio della visita a Napoli della famosa delegazione che doveva valutare la situazione (http://www.energigjenvinningsetaten.oslo.kommune.no/article181133-14005.html). Probabilmente dopo inferocite proteste della popolazione, quelle che ho riportato qui sopra, il giorno dopo è stata pubblicata una precisazione che copio-incollo qui perché non sembra avere un link, a parte la home page, http://www.energigjenvinningsetaten.oslo.kommune.no/:
29.11.2010
Presisering om søppel fra Napoli
Energigjenvinningsetaten kjøper ikke søppel. Det er Napoli som betaler for å bli kvitt avfallet sitt, mens forbrenningsanleggene tjener penger på å behandle avfallet. Med andre ord – vi selger forbrenningstjenester.
Markedet fungerer slik at de som ønsker å kvitte seg med avfallet sitt, betaler en avgift per tonn for å levere det til Energigjenvinningsetaten. Vi energigjenvinner restavfallet til fjernvarme og elektrisitet – fjernvarmen varmer husene til Oslos innbyggere, og strømmen lyser opp Oslo-skolene.
Miljømessig er det en langt bedre løsning at Norge energigjenvinner avfallet, renser røyken og produserer fornybar fjernvarme, enn at avfallet ligger og råtner og avgir miljøskadelig metangass.
Matavfallet som Oslos innbyggere utsorterer sendes til biogassproduksjon, plasten gjenvinnes til nye plastprodukter.
Il senso di quanto sopra è (traduzione mia):
“L’agenzia per il recupero dell’energia non compra spazzatura. È Napoli che paga per liberarsi della propria spazzatura, mentre gli impianti di incenerimento sono pagati per smaltire i rifiuti. In altre parole, noi vendiamo il servizio di incenerimento rifiuti.
Il mercato funziona in modo che chi vuole liberarsi della sua spazzatura, paga una tariffa per tonnellata per fornire l’agenzia. Noi riutilizziamo la spazzatura per il teleriscaldamento e l’elettricità – teleriscaldamento riscalda le case degli abitanti di Oslo, e l’elettricità illumina le scuole di Oslo.
Dal punto di vista ambientale, che la Norvegia bruci rifiuti, filtri i fumi degli inceneritori e produca teleriscaldamento è una soluzione molto migliore che non lasciare i rifiuti per le strade a marcire generando gas pericolosi.
L’umido che i cittadini di Oslo differenziano è utilizzato per la produzione di biogas, mentre la plastica viene riciclata in nuovi prodotti plastici.”
Quindi, che Oslo paghi per farsi carico della nostra monnezza è proprio una scemenza. Eppure tutti quanti riportano la notizia in questo modo, o rimangono vaghi sul chi pagherà. E tutti riportano il nome della fantomatica azienda in modo sbagliato, compresa la regione Campania nel bando della monnezza. Non hanno neanche copiato l’indirizzo in maniera decente. Sarebbe “Mølleparken 6, 0459 Oslo” e loro hanno scritto “VIA MOLLEN PARKER 6, 0549 OSLO”. Caproni!!
Se la gustosa torta dei rifiuti se l’aggiudicherà Oslo, saremo cornuti e mazziati, nel senso che Napoli – cioè alla fine sempre noi! – dovrà pagare a Oslo almeno 18 milioni di euro all’anno! E mi includo nel gruppo, visto che pago le tasse in Italia.